La traiettoria di sviluppo del Consorzio è tracciata ma non mancano i problemi, il nostro impegno per superarli con un’avvertenza: ad impossibilia nemo tenetur.
Car* Collegh*,
come sapete da prima e meglio di me il nostro Consorzio non versa in buone acque; oltre alle partite Keller e Villaservice, oltre alle questioni economico finanziarie, è altissimo il livello del contenzioso e la somma di problematiche che affliggono il quotidiano.
Le sorprese non mancano e siamo solo all’inizio del mandato. Ciò premesso, siamo qui per contribuire alla risoluzione delle criticità e per provare ad attuare un piano di sviluppo, ricordando a Tutt* però che ad impossibilia nemo tenetur.
Se del caso ve lo faremo sapere puntualmente e tempestivamente.
Ed è su questo che concentriamo il nostro confronto di questa nona settimana di impegni.
I consorzi industriali hanno avuto difficoltà d’esistenza e sostenibilità perché prevalentemente sono stati vissuti come agenzie immobiliari sui generis, hanno pertanto sofferto di mancanza d’impronta, di visione, di studio e analisi di scenario per poter imboccare una strada di pieno e florido sviluppo nel rispetto dell’ordinamento e delle finalità per le quali sono stati creati.
Per sopperire prontamente a tale carenza abbiamo presentato come primo atto le linee di indirizzo strategico, la cornice di sviluppo entro la quale intendiamo muoverci con coerenza e con determinazione per spostarci dall’attuale situazione a quella d’essere il primo Eco Industrial Park d’Italia.
Ma qual è il quadro internazionale che definisce le basi, i requisiti e i criteri necessari affinché un consorzio industriale possa qualificarsi come Eco Industrial Park?
Gli EIP sono aree industriali che promuovono il cross-industry e la collaborazione comunitaria per ottenere benefici comuni di tipo economico, sociale e ambientale usando un approccio comune e integrato nella gestione delle risorse e nell’analisi e governo dei problemi.
Ciò è noto come simbiosi industriale: le aziende traggono vantaggio competitivo con lo scambio fisico di materiali, energia, acqua e sottoprodotti, favorendo così uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Questi obiettivi sono incorporati nell’ ubicazione, pianificazione, gestione e nelle operazioni dei parchi eco-industriali.
Il parco eco-industriale mira a incorporare le attività produttive nella società attraverso la creazione di opportunità economiche condivise, ecosistemi migliorati e percorsi innovativi per pratiche commerciali responsabili.
Tra i vantaggi: l’efficienza delle risorse e le pratiche di economia circolare che consentono inoltre di colmare il divario tra città e industrie, fornendo un contributo significativo alle città sostenibili.
Basate sui concetti di ecologia industriale, le strategie collaborative non solo includono la sinergia dei sottoprodotti (scambi “da rifiuti a mangime”), ma possono anche assumere la forma di cascata di acque reflue, logistica condivisa e strutture di spedizione e ricezione, parcheggio condiviso, verde, blocchi di acquisto di tecnologia, retrofit di edifici ecologici multi-partner, sistemi energetici distrettuali e centri di istruzione e risorse locali. Questa è un’applicazione di un approccio sistemico, in cui progetti e processi/attività sono integrati per affrontare molteplici obiettivi.
Questa è la traiettoria, qui si concentrano gli sforzi tecnici, economici, politici ed industriali.
Con tutta l’energia che posso,
auguro a Tutt* un buon fine settimana.
Un sorriso, Nicola