La decima settimana è iniziata a Roma con incontri istituzionali ed industriali. La nostra traiettoria di sviluppo interessa e convince. Tuttavia ci vuole tempo per far digerire le novità e far metabolizzare i cambiamenti proposti.
Car* Collegh*,
ricevete anzitempo rispetto al solito perché abbiamo dato oggi giornata di chiusura aziendale. Oggi gli uffici sono chiusi, meritato ponte dopo 10 settimane di passione.
BEI, Fondi d’investimento privati, industriali, banche, associazioni di imprese, Ministeri, Assessorati, Curatori ed Avvocati. Siamo andati da loro perché non possiamo pensare di difendere i nostri diritti e il nostro piano di sviluppo rimanendo fermi, arroccandoci nei problemi.
Dobbiamo presentarci e chiedere, far capire le nostre proposte.
Lo sapete che, benché area industriale, siamo sommersi di vincoli ambientali che quanto meno rallentano ogni procedura amministrativa?
Lo sapete che il Consorzio ha un solo operaio con cui dobbiamo curare 600 ettari di area consortile?
Lo sapete che quando è stata perimetrata la ZES non siamo stati inseriti?
Lo sapete che la legge istitutiva dei Consorzi è un ibrido che crea solo incertezze procedurali e ci rende vulnerabili ai contenziosi?
Lo sapete che, a differenza di quanto accade in altre regioni, non riceviamo sostegni diretti per il funzionamento né per lo sviluppo dell’area consortile e che non abbiamo fonti di finanziamento per incentivare l’insediamento di nuove iniziative?
Lo sapete che il Consorzio non rientra tra gli enti che possono partecipare ai bandi del PNRR e che non ci sono linee di finanziamento dedicate nazionali e regionali?
Ecco, così magari è più chiaro qual è il perimetro del nostro campo da gioco. In ogni caso e a prescindere dal passato e dai problemi:
- Che cosa ci vieta di fare e usare le rinnovabili?
- Che cosa ci vieta di fare e usare sistemi di storage?
- Che cosa ci vieta di diventare comunità energetica?
- Che cosa ci vieta di valutare tutti insieme iniziative comuni?
- Che cosa ci vieta di creare l’accademia dei mestieri del futuro?
Gli esempi al riguardo potrebbero essere innumerevoli, occorre tempo, certo, ma non ci sono impedimenti, serve solo unione d’intenti e tanto olio di gomito ;-).
Ricordiamo inoltre che è stato deliberato il piano eventi, uno dei pezzi importanti dell’infrastruttura culturale su cui ci stiamo impegnando, il primo meeting sarà il 17 giugno alle 15.00.
Seppur con grave ritardo (ce ne scusiamo) stiamo per iniziare la cura delle aree comuni e del decoro consortile.
Tutto ciò avviene in uno scenario con tendenze molto nette:
- almeno un quinto delle più grandi società pubbliche del mondo si è impegnato a raggiungere obiettivi net-zero e per molti l’attenzione va oltre le loro emissioni;
- le principali organizzazioni sono in una posizione privilegiata per innovare, finanziare e installare la tecnologia necessaria affinché il mondo raggiunga i suoi obiettivi di emissioni nette zero;
- diverse aziende svolgono ruoli diversi, ma sono unite nella convinzione che ora sia il momento di capitalizzare quell’energia e agire.
In tutto il mondo, nelle grandi città e nei piccoli centri, sia nelle economie avanzate che in quelle in via di sviluppo, l’impegno per la sostenibilità e l’azione per il clima è sempre più intrecciato nella vita quotidiana.
Sulla centralità dei territori quali beni-rifugio vi segnaliamo una lettura per noi illuminante.
Anche noi faremo la nostra parte.
Questa è la traiettoria, qui si concentrano gli sforzi tecnici, economici, politici ed industriali.
Col cuore in mano e col coltello tra i denti,
auguro a Tutt* un buon fine settimana.
Un sorriso, Nicola
La visualizzazione dei dati sottostante è di Bruno Venditti di Visual Capitalist.
Qui il link all’originale.