Incendio.
Villaservice.
Keller.
Sempre le solite cose
Car* Tutt*,
la condivisione di questa settimana potrebbe chiudersi qui, sarebbe già sufficientemente esplicativa.
Il nostro più sincero e sentito ringraziamento va a Tutte le Persone che si sono impegnate sabato pomeriggio per domare le fiamme che si sono propagate a ridosso della zona industriale, il rogo è stato fortunatamente domato grazie alla professionalità di chi è intervenuto. Siamo amareggiati e increduli per l’accaduto. Troviamo assurdo che nel 2022 accadano ancora questi episodi esecrabili. Per fortuna non ci sono stati pericoli per le persone, è stato a rischio il canile comunale e i suoi ospiti, ma nonostante l’impegno i danni sono stati rilevanti per i privati e per le casse pubbliche.
Per mitigare lo scoramento e il fastidio per la corsa a ostacoli cui siamo costretti, pensiamo sia maggiormente produttivo riprendere il filo della comunicazione agganciandolo ai temi strategici che maggiormente ci stanno a cuore per cui ragioneremo sul cosiddetto Web 3.0 anche alla luce della pratica per la posa e la messa in opera della fibra ottica che stiamo seguendo con determinazione. Col termine Web 3.0 si intende la nuova interazione del World Wide Web basata sulla tecnologia blockchain che incorpora concetti come decentralizzazione e economia basata sui token. Alcuni esperti sostengono che Web3 fornirà maggiore sicurezza, scalabilità e privacy dei dati per gli utenti e combatterà l’influenza delle grandi aziende tecnologiche. Altri hanno sollevato preoccupazioni su un web decentralizzato, citando il potenziale di bassa moderazione e la proliferazione di contenuti dannosi.
Web 1.0 si riferisce all’incirca al periodo dal 1991 al 2004, in cui la maggior parte dei siti era costituita da pagine statiche e la stragrande maggioranza degli utenti erano consumatori, non produttori di contenuti.
Web 2.0 si basa sull’idea del web come piattaforma e si concentra su contenuti creati dagli utenti caricati su forum, social media e servizi di networking, blog e wiki, tra gli altri servizi. Si ritiene generalmente che sia iniziato intorno al 2004 e continua fino ai giorni nostri.
Web3 è distinto dal concetto di Tim Berners-Lee del 1999 per un web semantico. Nel 2006, Berners-Lee ha descritto il web semantico come un componente del Web 3.0, differente dal significato di Web3 nei contesti blockchain. Quest’ultimo termine è stato coniato dal fondatore di Polkadot e co-fondatore di Ethereum Gavin Wood nel 2014, riferendosi a un ecosistema online decentralizzato costruito su blockchain. Nel 2021 l’idea di Web3 ha guadagnato popolarità crescendo ulteriormente verso la fine dell’anno. Ciò in gran parte a causa dell’interesse degli appassionati di criptovalute e degli investimenti di tecnologi e aziende di alto profilo.
Il Web3 dovrebbe essere il modello che, secondo i suoi sostenitori, permetterà alle persone di organizzarsi online senza necessità di ricorrere ai servizi e alle infrastrutture delle grandi aziende di Internet come Facebook, Amazon o Google, dominanti nel Web2. Utilizzerà cioè una tecnologia basata su una rete mondiale di computer che comunicano tra loro e convalidano e registrano le transazioni senza intervento umano e senza una supervisione centralizzata. Questo stesso principio è alla base delle cosiddette organizzazioni autonome decentralizzate (DAO), una sorta di collettivi di Internet in cui la tecnologia blockchain automatizzata dovrebbe rendere semplice stabilire le divisioni di proprietà e potere decisionale tra i membri.
Esiste secondo alcune persone la possibilità che il Web3, in una delle previsioni peggiori, finisca per essere soltanto una nuova bolla delle dot-com cioè il fallimento nel 2000 di molte società di internet, causato da un aumento eccessivo del prezzo delle loro azioni dovuto, in parte, a una sopravvalutazione degli analisti. Ma anche in quel caso non è detto che non rimarrà qualcosa di valore che entrerà a far parte della nostra quotidianità, come per esempio i browser web utilizzati ancora oggi; questi ultimi emersero appunto durante una bolla tecnologica e sopravvissero quando la bolla si sgonfiò.
Indipendentemente dalle fazioni, Web3 è la prossima grande fase nell’evoluzione di Internet. Proprio come la fondazione della criptovaluta e aiutata dagli ecosistemi IoT, dall’inizio del metaverso e dall’ascesa dei token non fungibili (NFT), questo nuovo stadio di Internet sarà basato su decentralizzazione, apertura e maggiore utilizzo per i singoli utenti.
Si prevede che la prossima iterazione Web3 di Internet sarà più simile alla fase iniziale del Web 1.0 rispetto all’attuale Web 2.0.
Perché evidenziamo questo tema?
Se è vero com’è vero che, al netto dei detrattori, sarà uno scenario di sviluppo, pensiamo possa interessare giovani o meno che guardano al lavoro delocalizzato e smaterializzato come al proprio mestiere, sia esso il primo od uno nuovo.
Arrivando la fibra, perché non pensare di investire su se stessi nel Medio Campidano?
Perché non insediarsi al Consorzio?
In coda a queste considerazioni che ci auguriamo fungano da stimolo vi segnaliamo anche un’opportunità sul tema delle comunità energetiche, di rilevanza notevole visto anche il contesto attuale di incertezza a livello globale:
https://fasi.eu/it/articoli/23-novita/23452-comunita-energetiche-rinnovabili-autoconsumo-pnrr.html
Come sempre disponibile ad argomentare ogni stimolo.
Un sorriso, Nicola