La montagna: un solo luogo, tante sfide

La montagna: un solo luogo, tante sfide

In queste settimane gonfie di incertezza e di paure, dove tutto scorre in modo apparentemente disordinato, come una vecchia pellicola che si proietta a strappi, prima lentamente e poi velocemente, c’è bisogno come non mai di elevarsi al di sopra del quotidiano.

Liberi dalla nebbia lattiginosa che ci avvolge, liberi dal tumultuoso e stordente tornado di notizie contrastanti, vere e false, importanti e inutili.

Un modo, non per chiamarsi comodamente fuori, quanto per respirare e raccogliere le idee.

Questo luogo è per me la montagna.

Capitano a Tutt* i periodi difficili, quelli in cui nulla sembra funzionare.

Più cerchi di affrontarli, più quei momenti incidono.

Bisogna imparare a creare brecce per rompere il cerchio.

Basta andare in montagna, ad esempio, anche solo una mezza giornata.

La montagna è un modo di vivere la vita.

Respirare, immergersi in qualcosa di più grande ed equilibrato.

Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e distanze.

La montagna sa parlare ed insegnare, riposa e ristora.

Ognuno di noi ha una quota in cui sente bene.

Ogni altitudine ha la sua temperatura, ogni altitudine richiede una diversa potenza, diverse scarpe, diversa attrezzatura tecnica, il tempo può cambiare repentinamente, bisogna essere agili, vigili, prudenti.

Bisogna sempre avere la forza e la volontà di avanzare.

L’alta quota fa sparire la vegetazione, l’aria è rarefatta, è lunare, dura, rara, richiede solitudine.

Solo per arrivarci serve sacrificio, è la quota dell’antifragilità.

È la quota dell’innovazione e dell’intuito.

In ogni caso, anche senza mai arrivare in cima, qualcosa la impari sempre.

E poi la puoi vivere in tanti modi, con l’ardore dello scalatore, con la tranquilla profondità dell’osservatore e anche con entrambi nello stesso momento.

Ci attendono mesi complessi che stresseranno le nostre certezze ma che, se sapremo essere vigili e all’erta, ci doneranno la straordinaria opportunità di farci uscire dalle zone di comfort.

Il cambiamento sarà inevitabile, per certi versi doloroso, e lo sarà tanto più quanto lo subiremo anziché agirlo.

Costo dell’energia, materie prime e di riflesso consumi, stili di vita, priorità, modi di pensare il lavoro e di produrre. C’è tutto questo dentro nel tempo che ci si pone davanti.

Qualche istruzione: buone letture (indispensabili), frequentazione di persone con coraggio e animate dalla passione per l’innovazione, allenamento costante al pensiero out of the box, ben sapendo che la cassetta di novità tecnologiche è molto ricca. Dobbiamo avere il coraggio di aprirla e di usarla, cambiando radicalmente schemi e consuetudini laddove necessario.

Ergo: è possibile usare fonti energetiche differenti da quelle attuali? In quale misura?

Impegnamoci in prima persona e chiediamo alle istituzioni pari dedizione e serietà per praticare velocemente e in modo efficiente la famosa transizione energetica.

Abbiamo moltissima tecnologia, altrettanto copiose conoscenze, nel frattempo adottiamo pratiche di consumo responsabile a livello individuale e collettivo. Questo per oggi ma pure per domani, finita l’emergenza.

Ancora: possiamo cambiare il nostro modo di lavorare? L’organizzazione? Il modo di formarci e di aggiornarci?

La scuola e quindi la formazione e l’istruzione di oggi per domani e per dopodomani possono essere migliorate?

Certamente e gli esempi non mancano. Possiamo usare AI, Big Data per essere più efficienti ma anche per essere più solidali e giusti per esempio applicandoli alla lotta all’evasione fiscale?

Sicuramente, allora facciamolo!

Possiamo essere più digitali, più smart, più attenti all’impronta ambientale e allargare il benessere senza continuare in questo modello economico estrattivo e distruttivo?

Non vi sono dubbi.

Sì, allora facciamolo e pretendiamolo.

E chiedendo questo anche ai nostri decisori politici.

L’occasione è a breve. Magari facciamo tutto questo frequentando prima i luoghi giusti.

C’è un posto in montagna, a 1.800 metri d’altezza, dove c’è un barbeque con molti km di fiamme che hanno regalato sorrisi e felicità, immerso nei fiori.

È il mio buen retiro. È la mia quota.

Qual è la Vostra?

Grazie al cielo in Sardegna non mancano le montagne.

Buone passeggiate a Tutt* ;-)

Un sorriso,
Nicola

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