Car* Tutt*,
i dati possono migliorare le scelte politiche ed economiche in ogni ambito sociale.
Questo è l’assunto di base del ragionamento settimanale.
L’emergenza sanitaria, ad esempio, ha evidenziato che non avere processi decisionali guidati dai dati significa rinunciare a un vantaggio spesso determinante.
Nei prossimi tre anni la mole di dati creata sarà superiore a quella degli ultimi trent’anni e la capacità di produzione nel prossimo quinquennio sarà tre volte superiore rispetto ai cinque anni precedenti.
Siamo però nella preistoria digitale, sostiene il Professor Luciano Floridi, docente di Filosofia ed Etica della Comunicazione.
La forbice fra i dati prodotti e la capacità di archiviazione mondiale va costantemente allargandosi. Una cultura sviluppata non si preoccupa soltanto di accumulare dati, ma ne ha anche cura, li analizza, li inserisce in un contesto, li interpreta. Di qui la necessità di investire in processi che abilitino una comprensione profonda delle informazioni generate e la capacità di sfruttarli per mettere in campo strategie che creino valore per la società e per le imprese.
I social network, ad esempio, sono un’incredibile miniera che può essere messa a disposizione di aziende e istituzioni per accelerare processi guidati dai dati.
Ma quali dati possono essere utilizzati?
Tutti quelli generati dagli utilizzatori dei servizi, compresi i metadati e quelli relativi al comportamento d’ingaggio, nonché quelli prodotti dalle aziende partner.
Un’epoca, questa, in cui i dati determinano il corso della nostra vita.
Sapete dove sono conservati i vostri dati personali?
Probabilmente siete consapevoli che i giganti digitali come Google, Apple, Facebook e Amazon li custodiscono. In realtà, però, i vostri dati popolano molti altri luoghi.
Mentre avanziamo nel futuro, ci stiamo avvicinando all’era della società basata sui dati, in cui il mondo reale e i dati sono collegati in modi sofisticati. E nel metaverso.
In questo tipo di società, i nostri dati determineranno il corso della nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli.
Mentre siamo su questa traiettoria, stiamo pensando al nostro posto e ruolo come individui in questa società?
Man mano che le nostre vite e i nostri dati vengono collegati in maniera intrinseca, la qualità e la velocità del nostro processo decisionale possono aumentare, migliorando probabilmente la qualità della vita.
In una società basata sui dati ci sono comprensibili preoccupazioni su chi detiene quali dati e come questi inizieranno ad avere un impatto diretto sulla nostra vita quotidiana.
I detentori potrebbero esercitare un’influenza indebita sulla vita delle persone.
Finora, la legislazione si è concentrata sulla garanzia della sicurezza delle informazioni personali. Ora, l’attenzione si sta spostando verso l’ampliamento delle opportunità per gli individui di utilizzare i propri dati personali garantendo il controllo pratico delle informazioni personali.
In altre parole, le politiche si stanno spostando verso l’uso dei dati incentrati sull’individuo.
La distribuzione di ciascuno di questi set può portare a una rivitalizzazione regionale, ridurre i costi della sicurezza sociale e migliorare la competitività internazionale.
I dati personali sono infatti il nuovo petrolio del 21° secolo.
Noi, come territorio, come imprese, come decisori politici, come stakeholders …come ci stiamo organizzando?
Buon fine settimana a Tutt*
Un sorriso, Nicola